Cookie Law: adesso i biscotti possiamo mangiarceli…

Cookie Law: “Fiat Caos”. No, non si tratta di un nuovo modello di autovettura…

Sia fatto il caos. Era inevitabile che questa vicenda m’ispirasse un post.

E purtroppo si tratta di un altro post amaro, con l’incipit che deve essere costruito ahimè su considerazioni riguardanti il Paese in cui viviamo.

Spero che la blogger che mi ha criticato per un altro post (“La sindrome di Stoccolma”, ndr), da cui, a suo avviso, emergerebbe il mio atteggiamento ai limiti del disfattismo, mi faccia di nuovo visita e che voglia commentare questo breve intervento, con lo stesso tono da antipaticissima prima della classe usato per quello.

Perché stavolta, amica mia, m’incazzo.

Proprio perché, cara amica, qui non è accaduto nulla di nuovo. Siamo alle solite.

Tu che sei laureata negli States e hai vissuto a Londra e Parigi, questa storia dei cookie come la vivi? Che poi, apro una parentesi, mi chiedo come mai non ti sei laureata in Italia e non hai vissuto tra Poggibonsi e Canicattì, visto che, a tuo avviso, questo Paese offre tante opportunità?

Perché, al contrario degli organizzatissimi posticini in cui tu sei stata (ci sono stato e ci ho lavorato anch’io, sai?), in Italia vengono promulgate leggi, emanati regolamenti, stabilite scadenze, senza mai tenere conto delle conseguenze. È un deja vu che non ha soluzione di continuità. Che si tratti di nuova IMU, di TASI, di nuove gabelle, di nuovi adempimenti, non importa, perché a nessun genio tecnocrate viene in mente la domanda: i fornitori di servizi, che possono essere gli stessi uffici pubblici ancorché i privati, sono attrezzati per dare delle risposte efficaci agli utenti ovvero per mettere gli stessi nelle migliori condizioni per adempiere alle nuove norme?

La risposta, probabilmente, la conosci meglio di me: sia fatto il caos.

Il punto è che dopo che si è fatto il caos, il deja vu passa alla fase successiva:  il fai da te.

Qualcuno si adopera per trovare soluzioni. Saranno corrette, giuste o sbagliate? Chissà. Fatto sta che qualcuno si è dovuto dar da fare per sopperire alle carenze di un sistema bradipo e strafottente, i cui più fieri sostenitori sono proprio gli stessi della generazione “adesso vi fo’ vedere io come sistemo tutto”… come, no? A chiacchiere siamo tutti bravi.

Ciò che veramente mi dispiace è che i più sfiduciati, purtroppo, si arrendono, perché ormai ne hanno le scatole piene. E mi dispiace che gli sfiduciati diventino sempre di più, e depongano le armi. E trovo deplorevole che per colpa della perversa ignoranza amministrativa, noi dobbiamo essere sospinti a chiudere le finestre che avevamo aperto sulle nostre anime, dando a tutti la possibilità di darci una sbirciatina dentro di tanto in tanto. Così, mica per farci soldi o per diventare famosi, ma per condividere, per scambiare punti di vista, imparare qualcosa di nuovo, trarre uno spunto, trovare una soluzione a problemi… grandi o piccoli che importanza ha?

Possibile cara amica saccente che tu non ti renda conto che, in questo Paese, i soprusi e gli abusi hanno una forza talmente dirompente e soverchiante da portare l’umana sopportazione ai limiti della patologia?

Cara amica che ha vissuto a New York, Parigi e Londra, sono contento se, da oggi in avanti, qualcuno penserà ai biscotti come a qualcosa da mangiare. E sarò contento se nel degustarli ti dedicherà un pensiero.

Sappi che, nonostante lo sfinimento, noi l’amarezza ci mettiamo poco a cancellarla. Mentre tu, probabilmente, ne hai tanta di strada da fare per imparare a digerirla.


39 risposte a "Cookie Law: adesso i biscotti possiamo mangiarceli…"

  1. Grazie per le delucidazioni, se non ti dispiace copio i tuoi link per la sezione privacy e per il widget.
    Spero di riuscirci. Ciao Lucia

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    1. Non c’è alcun problema ma per il widget hai bisogno del codice HTML da inserire in PERSONALIZZA>WIDGET>TESTO… qui non posso incollarlo perché scompaiono dei comandi, dovresti inviarmi la tua mail e ti giro il tutto… Ciao Piero

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  2. Condivido ovviamente il tuo pensiero e l’indignazione. Tu sai come la penso io, forse sbaglio, ma del biscotto del garante me ne fotto allegramente…sembrano versi in rima ma non lo sono…anzi approfitto della risposta per lanciare un appello: se mai qualcuno dovesse avere (non ne avrà, ne sono certo) noie per questa questione dei cookies metto a disposizione gratuitamente la mia esperienza legale di 25 anni per combattere l’ennesima stupida legge di questo disgraziato Paese, dove si fa leva sulla rassegnazione e si rinuncia a voci libere e necessarie per una crescita autonoma che tutti dovrebbero perseguire, senza lasciarsi intimorire da questi burocrati raccomandati e falliti. Io vado avanti avanti per la mia strada e le uniche leggi a cui rigidamente aderisco sono quelle della mia anima che non ha mai fatto del male a nessuno… Un abbraccio

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  3. Stavo rispondendo a questo tuo commento e mi si è impallato tutto… se ti è arrivato qualche messaggio strano mi spiace ma non è stata colpa mia… Credo che questa storia dei cookie abbia messo in evidenza che se dobbiamo seguirci l’un l’altro non è certo soltanto per dare una sbirciatina ogni tanto bensì per condividere sentimenti, passioni, punti di vista. Mi ripeto, lo so, ma spero proprio che qualcuno abbia imparato di più da questa vicenda. Certo non possiamo aspettarci che siano tutti come te o me, ma una speranza possiamo coltivarla. Trasmetti pure il messaggio urbis et orbis, con lo stesso spirito con cui hai aperto il blog.

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    1. Vero! Ma ci sono anche altri blogger che pur essendo più fortunati di noi (quelli di blogspot) hanno preso coscienza e iniziative analoghe… vedi questo blog ad esempio http://patriziamandanici.blogspot.it/
      Se qualcuno dei tuoi amici dovesse aver bisogno puoi tranquillamente indirizzarlo a me. Lo aiuterò volentieri. 🙂

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      1. lo sto facendo, perché aprendo il tuo blog trovano tutto e di pù. Pensa che mi sentivo una stupida a credere che non sapessero nulla, ma a scapito di brutte figure ho pensato che se fossi io vorrei che qualcuno mi avvertisse. E’ da poco che bazzico da queste parti, ma mi sembra di aver capito che alcuni stanno rinchiusi nel loro angolino e visitano solo tramite l’ultimo articolo senza sapere ciò che avviene.

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        1. Anche questo è molto vero. C’è molta inerzia. Condivido anche la tua visione ovvero che vorresti essere avvertita e quindi lo fai spontaneamente verso i tuoi amici. Io ho anche l’impressione che si scriva molto e si legga poco. Io mi sforzo di farlo e vedo che altri, come te, ad esempio lo fanno, ma la stragrande maggioranza, dopo aver pubblicato il post, ha esaurito la propria attività da queste parti… 🙂

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          1. Ti dirò: ho aperto questo blog 20 giorni fa ed ora mi ritrovo con gli occhi come quelli della Carfagna della Littizzetto… Per principio io devo leggere, poi magari il mi piace lo metto per tenerezza, ma comunque devo sapere cosa ha scritto l’autore, per rispetto verso di lui e verso me stessa. E poi mi serve per capire di più la gente. Il mio scopo è analizzare me stessa e gli altri e capire il motivo delle cose. Ho visto tanto, ed ho imparato che se non ti occupi di te non lo fa nessuno. mi piacerebbe trasmettere il messaggio…

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  4. Io dico solo una cosa, magari poco attinente a quello che hai scritto tu. Ossia che essermi messa in “regola” lo devo ad un tam tam di amicizie, da Silvia a Roberta sino ad arrivare qui e penso che questo comunque faccia onore a te che ti sei fatto in quattro per risolvere il problema. Non so se poi ci sarebbero venuti a portare la multa a casa, ma so che così non lo possono fare e mi fa stare serena. Se da un lato WP ci ha lasciato annegare nei dubbi, dall’altro abbiamo riscoperto una forma di condivisione e solidarietà fra blogger che trovo molto bella. Ti ringrazio con queste mie righe per l’impegno che ci hai messo… e si sa, per ogni bella cosa fatta c’è sempre chi riesce ad imbrattarla con polemiche e parole inopportune.
    Un caro saluto a te e ancora Grazie 🙂

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    1. Grazie Laura, apprezzo molto. Sono assolutamente d’accordo sul fatto che abbiamo scoperto improvvisamente di essere ben più solidali di quanto potessimo immaginare. D’altra parte io ho anche avuto l’opportunità di conoscere molti altri blog che fino a quel momento non sapevo esistessero. Sono davvero felice di essere stato d’aiuto per quel poco che ho potuto. La multa a casa non ce la possono portare e WP deve aver subito il contraccolpo perché, sarò cattivello, ma sul fatto che i nostri blog siano gratuiti e che abbiano dei limiti, ci avranno contato non poco… Dai, adesso guardiamo avanti e continuiamo a sostenerci. Un abbraccio e grazie a te!

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  5. buongiorno Piero,
    di questa storia dei “biscottini” ho compreso poco, ho il blog da quasi 12anni e, sinceramente parlando, fingo di non sapere, mi faranno la multa??? non penso sia legale, se ne sai qualcosa in più accetto volentieri consigli. In questi anni però una cosa l’ho capita bene, una delle regole che accettiamo/sottoscriviamo quando apriamo il blog, impone di non usare questo spazio per fini economici, bene, come mai vengono tollerati tutti quei blog che pubblicizzano libri autoprodotti dando vita a veri e propri spam commerciali???

    una considerazione, sono prossimo a compiere 58anni, buona parte dei quali passati girovagando i cinque continenti, diciamocela tutta, oggi come oggi andare a New York, Parigi e Londra è come andare a Rimini. Laurearsi negli STATES ha una valenza relativa se non ci attacchi dietro Master tremendamente selettivi. Leggendo mi è venuto in mente Totò: “io ho girato il mondo, ho fatto il militare a Cuneo”.

    salutissimi

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    1. Simpaticissimo commento! Grazie. Il problema che ho appurato è che i dati di profilazione, da noi non gestiti, possono esserlo dal nostro ospite, Automattic o WordPress che dir si voglia, senza particolare riguardo al problema economico ovvero alla pubblicità. La norma impone a tutti di avvertire il lettore. Magari finisce in una bolla di sapone ma la stessa WP consiglia a tutti coloro che non hanno l’utenza premium di dotarsi di un avviso, il che sarebbe sufficiente per metterli al riparo da qualunque problema. Come ho fatto con altri, sono disponibile ad inviarti le istruzioni per realizzare un trafiletto che rimanga sulla front page e che a quel punto è esaustivo. Ciò che dici è verissimo ma sai ci sono frange della società che ostentano titoli di studi ed esperienze all’estero come protrusioni dell’ego, se non di altro. Un caro saluto.

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  6. Condivido il tuo pensiero. Le cose semplici diventano montagne impervie da scalare a mani nude.
    Questa è una porcata bella e buona per favorire i soliti noti, ovvero le multinazionali che evadono il fisco, forse meglio dire che con l’aiuto dello Stato eludono il fisco, sfruttando i nostri blog. Loro fanno i soldi, noi dobbiamo impazzire per qualcosa di non voluto né cercato. I cookies non servono a migliorarci la vita ma semplicemente a complicarcela.

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    1. Esatto! La perversione è che quello Stato se la prende invece con i deboli. In questo caso noi. Rimaniamo uniti! Grazie per il tuo commento. Ciao, Piero.

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  7. affacciamoci alla finestra o apriamo le porte e facciamoci spazio comune questo virtuale è reale et viceversa scrivere per me è sempre visitare l’umano certo non per tutti è così(forse chi ama la critica sterile frutto di narcisismo compiaciuto chissà) io(da brava maestra) ai miei primi della classe li metto in castigo ricordarsi di restare umani e trovare soluzione mi sembra ricordarci di essere quello che siamo quindi sta roba dei biscotti non farà altro che unirci nonostante le critiche varie ed eventuali

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    1. Bravissima. L’unione fa la forza, sempre. E usiamo ogni mezzo per rivendicare la nostra libertà di esprimerci in qualsiasi modo desideriamo. Grazie per il tuo contributo. Un abbraccio.

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  8. Mi dispiace leggere questo sfogo Piero. Ma hai perfettamente ragione. La cosa che mi fa più male di tutta questa storia è che ci facciamo tanti problemi noi, autori di piccoli blog ( piccolissimi se penso al mio) che per noi non sono altro che una piccola finestra sulle nostre anime. Un posto sereno dove aprirsi, annotare pensieri e scambiare opinioni. Non certo attività da cui trarre profitto di qualunque tipo. Sarebbe un segno davvero sconfortante se i nostri angoli di pace si trasformassero in un luogo di conflitto. Spero proprio di no. Anche perché già è un brutto capitolo che sia stato lasciato alla buona volontà ed all’ingegno dei singoli il compito di evitare che i biscotti brucino. Ciao, buon pomeriggio
    Chiara

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    1. Carissima, purtroppo la mia esperienza mi ha portato a interfacciarmi “enne” volte con la cecità burocratica. Formulo i tuoi stessi positivi auspici e spero che il buon senso prevalga. Restiamo uniti. Già questo è importante. Ed evitiamo di bruciare i biscotti o di procurarci ustioni. Sono sempre a vostra disposizione. Un abbraccio, Piero

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