Camelot: la vera storia – Seconda parte

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Fra tutti, la più incazzata era Morgana. Apprendendo, infatti, degli ultimi avvenimenti, maledì l’ingenuo Merlino che, insieme ai suoi degni compari, si era fatto sfuggire la situazione di mano, servendo così sul piatto d’argento a Lancillotto la possibilità di controllare definitivamente Camelot.

Ma ciò che la sconvolse di più, fu il rapido susseguirsi degli avvenimenti: Parsifal era già partito per andare a prelevare Lady Ginevra, sulla base delle precise indicazioni proprio di Sir Lancillotto. Quell’ingiustificata fretta ebbe il potere di mandarla letteralmente in bestia.
Dopo aver cacciato urla terrificanti che fecero tremare tutti i vetri del castello, scese a tre a tre i duemilatrecentocinquantacinque scalini della sua torre, per andare a scovare proprio quell’imbecille di Merlino. In realtà, sbuffando, dovette salirne altri tremila, a due a due, imprecando contro la megalomania dello stesso Merlino che aveva voluto la torre più alta, cogliendolo infine nel suo laboratorio mentre andava avanti e indietro nervosamente, meditabondo e curvo su se stesso.
Dopo essersi scambiati i più irripetibili insulti, tra cui “impotente” e “frigida” parvero perfino dei complimenti, stremati dal violento battibecco, decisero di sottoscrivere una tregua e di unire le rispettive arti magiche per scongiurare l’immane tragedia che stava per abbattersi su Camelot. Solo in quel modo, entrambi, ne avrebbero tratto vantaggi. Da una parte Morgana avrebbe evitato di essere scalzata dalla parvenu, contando così di continuare subdolamente a influenzare Artù, dall’altra Merlino avrebbe potuto recuperare i suoi propositi iniziali, avendo il tempo di trovare la regina strafiga, oca giuliva e sottomessa che avrebbe dovuto solo ottemperare all’obbligo di “sollazzare” il Re e, chissà, un giorno dare un erede al trono di Britannia.
Pattuita la merce di scambio – sesso, sesso sfrenato, perché da sempre Merlino ci provava con Morgana, ottenendo in tutta risposta perentori rifiuti –, furono concordati gli aspetti operativi. Avrebbero preparato tre diverse pozioni magiche, per Artù, Ginevra e Lancillotto, confezionate ad hoc e di conseguenza denominate rispettivamente “A”, “G”,”L”. Gli effetti di tali pozioni avrebbero definitivamente minato ogni velleità di stabile unione tra Artù e Ginevra.
Come accade di solito, per chi spera che un determinato giorno non arrivi mai, il tempo vola. E così fu per Morgana e Merlino.
In men che non si dica, Parsifal, noto per i suoi interminabili viaggi alla ricerca del Graal, questa volta tornò rapidamente a Camelot, giungendovi felice come una pasqua e perfino impettito, per aver avuto l’onore di scortare una donna come Lady Ginevra.
La cui apparizione, scendendo dal carro sul quale aveva viaggiato, ammutolì istantaneamente l’immensa folla che si era radunata per darle il benvenuto: era proprio la strafiga che Lancillotto aveva preannunciato! Un viso angelico, dai tratti regolari e perfetti. Alta quasi un metro e ottanta, bionda, capelli lunghi, luminosi e setosi, occhi azzurri, labbra carnose e rosse, mani delicate dalle dita affusolate e, soprattutto, ineguagliabili misure: 90-60-90. Insomma pareva proprio una delle gnoccolone di quei dipinti scollacciati e illegali che un certo Hefner diffondeva clandestinamente nei mercati rionali.
Appena la vide, Re Artù sgranò gli occhi e non esitò ad andarle incontro, prendendo irriguardosamente a umettarsi le labbra, probabilmente pregustando già i futuri “dopo cena” con lei.
Sir Lancillotto, Merlino e gli altri Cavalieri, rimasero invece indietro, in attesa di essere presentati ufficialmente.
“Per tutte le bolge infernali! Hai capito! Pure il vitino da vespa! ‘Sta strega befana…”, pensò Morgana, mentre s’affiancava prontamente ad Artù per andare a ricevere la futura cognata, sicura che quel gesto avrebbe da subito reso evidente chi effettivamente comandasse a Camelot. Il gelido scambio di convenevoli tra le due donne, acuito da occhiatacce che seppero pronunciare terribili minacce reciproche, non fu notato, perché Artù entrò baldanzosamente in scena, sorprendendo tutti con il lato guascone della sua personalità.
Infatti, incurante della propria irreprensibile immagine presso i sudditi, egli prese a fare le feste alla futura moglie, come un cane che saltelli intorno al padrone, non dandosi pena di celare lo sguardo concupiscente che le indirizzava né gli evidenti mutamenti nella parte bassa dei suoi pantaloni aderenti, suscitando l’ilarità della stessa Ginevra.
Ma l’aria divertita di costei scomparve appena Re Artù le presentò Sir Lancillotto.
Ginevra e Lancillotto non si erano mai visti prima, sebbene sapessero l’uno dell’altra: l’incrocio dei loro sguardi fu fatale. Nello spazio di qualche nanosecondo, i rispettivi cuori palpitarono all’unisono e a velocità inusitate, le guance d’entrambi s’arrossarono e le ginocchia sembrarono cedere all’improvviso. E, sempre nello spazio di quegli attimi, dopo aver udito cori di angeli e visto piogge di petali di rose rosse, inevitabilmente riscrissero un paio di volte il kamasutra, aggiungendo ardimentose varianti che fino a quel giorno nessun essere umano si sarebbe mai sognato di sperimentare.
A Morgana e Merlino non sfuggì quell’istantanea, irresistibile e travolgente passione, tanto che sembrarono dirsi “meglio così” tramite le occhiate di approvazione che si scambiarono fulmineamente.
Quell’inaspettato colpo di fulmine avrebbe fatto il loro gioco!

 continua…


79 risposte a "Camelot: la vera storia – Seconda parte"

        1. Preferisco i dolcetti, anche se Halloween è passato… sempre goloso sono…
          Nella versione estesa le avevo fatto indossare guepiere con reggicalze, calze 8 denari nere, perizoma e tacchi a spillo… purtroppo per esigenze di spazio ho dovuto tagliare… 😀

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            1. Ho pure eliminato le disposizioni che Ginevra diede appena arrivata, sostituendo gli incontri di calcio con spettacoli teatrali, mandando a chiamare il suo amico Walt e suo nonno Disney che facevano teatrino con figure di cartone. Ebbero talmente successo con “La sirenetta”, che la canzone “In fondo al mar” raggiunse il primo posto della hit parade, la cantavano tutti e Morgana rosicava.
              Ho tagliato l’incontro di Artù con Lancillotto… in origine Artù era nudo seduto cavalcioni su Lancillotto che per proteggersi aveva indossato l’armatura… 😀 😀 😀
              Ho eliminato la scena in cui Ginevra, travolta dai sensi, si dà ad entrambi e Merlino si mette a cantare “Il triangolo”, poi copiata da Renato per farne un grande successo…
              Purtroppo quando oltrepassi le 600 parole, calano gli “ascolti”… ahahah

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    1. Ho già promesso colpi di scena, ma ora che ho riscosso anche il tuo apprezzamento, cui tengo sempre molto, prometto fuochi artificiali! Ciao Cara Mirna e grazie infinite. 🙂 Piero

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  1. O Madonna santa! Come me la trasformi questa storia!!! Concupiscenze, sguardi bassi su pantaloni, Kamasutra doppio, magari con triplo salto mortale carpiato, strafighe, insomma, mi sconvolgi tutta la mia favola romantica…galeotto fu Lancillotto, o forse no, è più galeotto lo scrittore di questa storia! Ciaooo Giusy

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    1. L’amore vince su tutto… so solo questo… quindi non pensare che sia finita qui… anzi…
      Grazie infinite Carissima Giusy per il tuo divertente commento.
      Ti abbraccio, Piero

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  2. Ginevra, la supermodel con un passato da cestista di pallacanestro, bionda e azzurra ma con la zeppola tra i denti quando parla (ma a chi interessa sentirla parlare?).
    Si capisce che parteggio per la Morgana?
    Piero, darling, se si trama e ordisce, la sottoscritta segue con interesse e curiosità!

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    1. Certo che si capisce che parteggi per la perfida Morgana! E chissà quali colpi di scena sono in arrivo…
      Grazie Mrs. White, è un onore interessarti!

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      1. Uffa pero’…a volte sul tuo blog mi viene richiesto nome e mail e poi mai capisco se il commento c’è e manca solo di approvazione. A volte basta che scrivo il commento e subito lo vedo.
        Che sbaglio? 😘
        E mi succede solo col tuo blog.

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                    1. Ci provo Cara Lucia. Ti assicuro che hanno cercato in tutti i modi di farmi cambiare, minando alla base le mie convinzioni in tal senso. Però da quel punto di vista io sono “capa tosta”. Infatti, per me, fare del mio meglio, soprattutto per il prossimo, equivale alla indispensabile necessità di respirare.

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  3. Ah peeeeerò : 90/60/90…mi pare di vederla. 🙂

    ‘Sto Merlino così proprio non me lo aspettavo, PIero !
    E va bene megalomane, ma pure attizzato..:D

    Hai lavorato come un cesellatore (quasi) sui personaggi.

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